La cantina Vadiaperti: una storia di impegno e tenacia
La storia della cantina Vadiaperti iniziata con Antonio Troisi negli anni ‘80 prosegue con il figlio Raffaele che, con passione e intuizioni geniali, cura i suoi vini, dal Fiano al Coda di Volpe.
Con le sue valli e le sue alture, la spiccata composizione vulcanica dei suoli e il clima mediterraneo, l’Irpinia è una terra florida per la viticoltura, in grado di dare alla luce vini di grande carattere.
Tra questi monti, sulle pendici della collina di Montefredane, nel cuore dell’Irpinia più antica, sorge Vadiaperti, una cantina che da molti anni coltiva vigneti di fiano, greco, coda di volpe e aglianico per la produzione di vini tutti da scoprire.
La viticoltura in Irpinia: le origini della cantina Vadiaperti
La viticoltura in Irpinia ha origine antichissime: furono i Greci prima e i Romani poi a coltivare in queste zone alcuni vitigni pregiati, tra cui il fiano, che proprio nella provincia di Avellino ha trovato l’habitat perfetto per esprimersi al meglio, tanto da ottenere il riconoscimento della denominazione DOCG.
Origini antiche ha anche la storia dell’Azienda Agricola Vadiaperti, che inizia con Antonio Troisi. Fu proprio Antonio a produrre per primo, nel 1984, quello che oggi è il celebre Fiano di Avellino: accompagnato in seguito dal figlio Raffaele, che oggi ne segue orgoglioso le orme, Antonio Troisi intraprese un percorso di esplorazione e selezione delle migliori uve, continuando ad utilizzare, per la vinificazione, le procedure tradizionali.
Non solo Fiano di Avellino DOCG: la produzione Vadiaperti
Da quel lontano 1984 ad oggi ne è stata fatta di strada: la cantina Vadiaperti, oggi assorbita dalla società “Traerte”, che opera sotto la supervisione di Raffaele Troisi, può vantare diverse etichette rinomate, che comprendono 6 bianchi, un rosso e uno spumante.
Al Fiano di Avellino DOCG si aggiungono il Fiano di Avellino Aiperti, una selezione di Fiano prodotto esclusivamente con le uve raccolte nella parte più alta del vigneto, ad un’altitudine di 400 metri circa; ben 3 etichette Coda di Volpe, che devono la loro nascita all’intuizione geniale di Raffaele il quale, ancora studente, suggerì al padre di vinificare quest’uva autoctona, fino ad allora tenuta in scarsa considerazione e ritenuta “povera”, di esclusivo appannaggio dei contadini.
Un suggerimento che ha portato ad un grande successo, dato che ha permesso alla cantina Vadiaperti di proporre sul mercato non soltanto due bianchi, un Coda di Volpe Irpinia DOC e un Coda di Volpe Torama, prodotta da una selezione di uve raccolte da una vigna di oltre 70 anni, ma addirittura uno spumante, scelta insolita e che rivela tutta la voglia di sperimentare di Raffaele.
Infine, due bottiglie di Greco di Tufo prodotte da una vigna acquisita negli anni Novanta e situata a Montefusco, dove i circa 700 metri di altezza conferiscono a queste uve un carattere inimitabile.
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Il mio incontro con questa piccola, grande realtà vinicola dell’Irpinia è stato indubbiamente tra i più felici. Raffaele è un uomo tenace, di grande esperienza e cultura: la sua accoglienza è ogni volta speciale, e i suoi racconti e aneddoti sulla terra e la viticoltura lo sono ancora di più! Su Si Wine propongo i bianchi classici prodotti da questa cantina: tutti da provare per scoprire il gusto più autentico dell’Irpinia!